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  • Le opere di Pedrali Fabrizio sono forme e strutture in piena libertà creativa, dove l’artista afferma la sua autonomia al di sopra di qualunque altra realtà creando un rapporto interpersonale fra la scultura e l’osservatore […]

    La giuria composta dai Proff. Paolo Levi, Rossana Boscaglia, Virgilio Patarini, Valentina Carena, Davide Corsetti, Michele Covoni e Sabrina Falzoni, si è riunita presso la Galleria Zamenhof di Milano in data 10 Settembre 2009 ai fini di individuare tra i centoventi finalisti i vincitori delle varie sezioni del Premio il Segno. I finalisti sono stati selezionati su duecentosettanta concorrenti. Gli artisti candidati al concorso e prescelti come finalisti dai membri della commissione esaminatrice hanno dimostrato un’accuratezza di indagine estetica e concettuale che evidenzia non soltanto un rinnovamento tecnico-esecutivo nell’impegno degli strumenti che oggi l’arte mette a disposizione, ma anche una solida consapevolezza del patrimonio storico-artistico ereditato dalle Avanguardie storiche, spesso citato, ripensato, rielaborato, contaminato. La giuria non muovendo sa alcun pregiudizio preliminare, e valutando esclusivamente la forza e l’efficacia delle opere proposte e selezionate, si è trovata, alla fine, ad attribuire il premio “Lucio Fontana” per l’ originalità allo scultore Fabrizio Pedrali, qualificandosi al primo posto con l’opera intitolata “Spazio”. “Opera interattiva di grande rigore formale e piacevolezza estetica che si colloca coerentemente nell’alveolo di una ricerca orientata alla sperimentazione del movimento e di un rapporto aperto, dinamico e inquieto tra le forme e lo spazio” […]

    Fabrizio Pedrali, scultore. Non e' un caso che sia stato il vincitore del premio -Lucio Fontana- per l'opera piu' originale all'interno del concorso d'arte -il Segno-. Bel riassume il senso del suo lavoro il giudizio espresso dalla giuria che definisce i suoi lavori -opera interattiva di grande rigore formale e piacevolezza estetica (che) si colloca coerentemente nell'alveo di una ricerca orientata alla sperimentazione del movimento e di un rapporto aperto, dinamico e inquieto tra le forme e lo spazio-. L'insieme dei lavori esposti - le geometrie - nelle diverse declinazioni prospettate - variabili - offre uno spaccato allettante delle innumerevoli potenzialità dell'astrattismo geometrico che ancora oggi, dopo un secolo dalle prime sperimentazioni, non smette di rinnovarsi, svelando ancora momenti di piacevole sorpresa […] 

    ‘Tracce di arte… a tutto tondo, si potrebbe dire: Fabrizio Pedrali è scultore attento e completo, sensibile alle definizioni dei volumi in dialogo con lo spazio con cui l’opera interagisce fortemente. La circolarità delle linee induce ad una lettura rasente della luce, che scivola sulla materia in un gioco chiaroscurale ricco di pathos […] 

    L’essenza della forma. Sculture cinetiche di Fabrizio Pedrali 

    Recensione critica A cura di Sabrina Falzone

    Geometrie ludiche, eclissate nel silenzio della materia, si animano di nuove logiche cinetiche nella ricerca scultorea di Fabrizio Pedrali, dove diventano emblemi di un’originale indagine dello spazio e della forma. Il suo razionale metodo di lavoro consente di scoprire le intime motivazioni che si celano dietro le sue opere: in primis, la rinnovata esigenza di un ritorno all’essenza, alla purezza della forma e alla semplicità primordiale, ambite da un costante studio formale, mera catarsi del movimento. Inoltre, l’impiego interattivo dei volumi costituenti le sue sculture rappresenta un valore aggiunto all’inedito concepimento dell’opera stessa, che si pone non soltanto tra sintesi concettuale, equilibrio materico e armonia estetica, ma anche tra la solennità del rigore geometrico e la libertà energetica del dinamismo.

    PRIMA BIENNALE INTERNAZIONALE CITTA DI LECCE

    Nell’opera "DIMENSIONE" si intravede la ricerca esplorativa della materia e dell’armonia tonale la cui resa porta ad una concretezza della validità espressiva […]

    Sobrie figure geometriche costituiscono l’impianto compositivo delle opere di Fabrizio Pedrali, ognuna delle quali è racchiusa in un perimetro circolare, dove prende vita una sottile scomposizione di piani prospettici. Le figure si inseriscono una nell’altra in un delicato eco di assonanze, o si separano con delicatezza a mostrare la propria tridimensionalità, interagendo in maniera attiva con la percezione visiva dell’osservatore. I lavori di Pedrali si distinguono per la nitidezza e la semplicità delle linee, che creano forme dai profili essenziali, dove i pigmenti sono quasi sempre declinati in monocromatismi, riproponendo il colore della sabbia, della terra, del legno, del bronzo e ancora dell’oro. Lucido e opaco trovano entrambi spazio nelle sculture dell’artista, che ricorre alternativamente alla pura eleganza della materia o ai preziosi riflessi dei metalli. Lo scultore mostra una predilezione per le simmetrie, affiancando spesso due elementi compositivi quasi speculari nel motivo che lo percorre, come se offrisse a chi guarda più visioni di una stessa realtà, capace di mutare in maniera impercettibile. L’arte di Pedrali è profondamente simbolica. Libera da ridondanze, la materia racconta autonomamente il continuo divenire e reinventarsi degli elementi, come espresso dal motivo circolare ricorrente in questi lavori, seguendo le tappe di un processo evolutivo che avanza secondo cambiamenti impercettibili, anziché drammatiche rotture. L’eleganza del risultato finale è dovuta alla forte sintonia d’intenti che s’instaura tra mano e pensiero, un perfetto connubio volto a liberare le più intime riflessione dell’artista, lasciando ampio spazio all’immaginazione senza forzare i contorni, ma accompagnandola con discrezione in un misterioso viaggio intorno e dentro la sua anima.   

    Le sculture di Fabrizio Pedrali sono chiuse e aperte al tempo stesso. Dal punto di vista della ricerca compositiva infatti denotano un’assoluta economia nella scelta delle forme essenziali su cui l’artista lavora: principalmente il cerchio e talvolta il cerchio e il quadrato. E in questa scelta, la predilezione per forme geometriche perfette (almeno come punto di partenza) denuncia una propensione razionalizzante e una volontà di rappresentazione universale. In questo senso vediamo all’opera una mente che tende a “chiudere”, a definire con precisione il suo campo di azione, a circoscrivere con la maggior esattezza possibile le forme scolpite. Il cerchio è forma narrativa, espressiva, “chiusa” per eccellenza. Eppure, al tempo stesso, proprio nell’istante in cui Pedrali chiude a doppia mandata l’orizzonte di attesa del fruitore, lo spalanca in direzioni infinite, ipotizzando un’interazione col fruitore che denota non solo una grande fiducia nell’apporto creativo dell’altro, ma persino un grado intrigante e giocoso di complicità. Il grande cerchio di pietra perfetto, dalle due superfici contrapposte, fronte e retro, l’una perfettamente liscia, l’altra armoniosamente ondulata, è stato tagliato in sette sezioni orizzontali che ruotano intorno ad un perno centrale che consente allo spettatore, se vuole, se osa, se ha voglia di giocare e mettersi in gioco e di mettere in gioco, di mettere “alla prova” l’opera che ha di fronte… ebbene lo spettatore, se vuole, può diventare fruitore nel senso pieno della parola e trasformarsi così in coautore a tutti gli effetti. E l’opera chiusa, la forma chiusa per antonomasia, diventa aperta in senso pieno e avvincente: metaforico e letterario. E certe moderne teorie della fruizione dell’opera d’arte trovano una modernissima applicazione.

    Una nuova visione della materia, un'accurata ricerca formale che tende al raggiungimento della purezza geometrica. L'arte di Pedrali è all'insegna della linearità, della raffinatezza di immagini, di un ideale connubio tra volumi e spazi indagato in ogni aspetto. I corpi di Pedrali si muovono nello spazio, non casualmente, ma seguendo un ordine prestabilito che l'artista determina. Pedrali si fa guida, conduce la materia seguendo il loro iter precostituito, ma, allo stesso tempo, libero di variare, ottenendo infinite combinazioni di pose, luci, ombre e dimensioni. I materiali più diversi - legno, marmo, resina - vengono plasmati, levigati, ottenendo risultati di grande rigore formale, che inducono all'interazione tra osservatore e opera. Profonda indagine cinetica, proiettata nell'ottica di una continua rivisitazione del Patrimonio artistico derivante delle Avanguardie Storiche e dell'Astrattismo geometrico.

    Fabrizio Pedrali, esprime nelle sue sculture di nuova figurazione, arcaiche testimonianze cariche di misteriosi “enigmi” Pedrali ha indirizzato e prosegue la sua ricerca verso una spazialità concentrata essenzialmente al “movimento della materia” inteso come dinamismo della plasticità formale.. Le forme sono silenti ed enigmatiche ma allo stesso tempo, rivelano infiniti messaggi tramite la modularità compositiva della forma, che attraverso la sua composizione tecnica dona all’opera numerose intrerpretazioni. Il maestro Pedrali ritengo sia un prosecutore della spazialità-figurativa, allontanandosi nettamente dalle mode stilistiche astratto-informali del nostro contemporaneo. Professionalità espressa a tutto tondo, dai volumi plastici che nella levigatezza della materia collimandone la giusta finitura della stessa. 

    Le sculture, i suoi mosaici ed i quadri di Fabrizio Pedrali sono dominati dalla forma circolare, che è indagata e scrutata in ogni dettaglio in perenne mutamento. Le sue sono opere in cui la luce accarezza delicatamente la forma, creando zone di luce e d’ombra e soprattutto donando alla materia la capacità di movimento.  

    Per avvicinarsi all’arte plastica di Fabrizio Pedrali è necessario essere disponibili ad ascoltare le armonie sonore che emanano le sue composizioni plastiche. Perché la produzione dello scultore bresciano è essenziale, lineare, concettuale nel senso più pregiato del termine. Nelle sue opere domina il rigore formale e geometrico. Decorativismo e descrittivismo sono superati a favore di un linguaggio che riesce a cogliere l’essenza stessa delle forme primarie, la sfera, il cono l’arco a tutto sesto. Il mondo interiore di Pedrali si materializza in un calcolato alternarsi di pieni e vuoti, di riflessi e di ombre, i strutture poliedriche che conducono un sapiente gioco delle parti, rivelando la natura metafisica delle forme più pure.

    “Fabrizio Pedrali, è un’artista innovativo nella ricerca contenutistica nel sapere sviluppare nuove armonie compositive: “Sculture in movimento”. La sua ricerca oltrepassa la staticità formale delle comune materia, in linea espressiva contemporanea non riscontrabile in altri linguaggi stilistici. Una creatività essenziale, nel saper ricercare nuove forme espressive, evidenziandone appunto l’innovativa tridimensionalità emotiva che l’artista plasma nei suoi lavori, …l’osservatore è attirato visivamente, dalla visione prospettica dell’opera: posizionando a suo volere l’elegante materia scolpita, ricercando a sua volta una consona risposta alla sua domanda.” 

    “..I lavori di Pedrali si distinguono per la nitidezza e la semplicità delle linee, che creano forme dai profili essenziali, dove i pigmenti sono quasi sempre declinati in monocromatismi, riproponendo il colore della sabbia, della terra, del legno, del bronzo e ancora dell’oro. Lucido e opaco trovano entrambi spazio nelle sculture dell’artista, che ricorre alternativamente alla pura eleganza della materia o ai preziosi riflessi dei metalli…”

    L’opera “Rigel” di Fabrizio Pedrali si distingue per la pulizia delle linee e per l’eleganza costruttiva. Il movimento rotatorio orizzontale dei tre elementi che compongono, rendono dinamica una forma di per sé statica, mentre l’uso sapiente del legno e il gioco bicromatico scandiscono le volumetrie in senso verticale. Un disco che si muove nello spazio e che si mostra a noi nelle sue infinite posizioni, come un attore che recita diversi soggetti.


    In Venere di Fabrizio Pedrali l’assetto circolare di una forma rilevata e convessa è turbato da una lavorazione della superficie che sembra alludere ad uno spazio “nuvoloso” che attenua e quasi copre la brillantezza del metallo. E tuttavia una fessura centrale, occupata da una struttura metallica e regolare e soprattutto attraversabile, apre ad una ulteriorità di sensi e di avvertimenti percepiti sulla soglia del mistero. 

    MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA 2021
    Una molteplice simbologia caratterizza l’opera nel suo elegante assetto circolare di parti sfumate che si legano nella misteriosa fessura centrale.

     

    Ritmo e geometria delineano un’opera armonica che invita lo spettatore al dialogo e anzi all’interazione, suggerendogli non solo di girarvi attorno, ma soprattutto di manipolarla attivamente per apprezzarne sia la piacevole levigatezza, sia la dinamica articolazione nello spazio.